venerdì, agosto 03, 2007

Perle di saggezza

- Allora cos'aveva il nostro paziente?
- Era drogato: aveva una sostanza nociva in circolo.
- Ah no, quella lasciala perdere, gliel'ho data io.
- Che cosa?
- Non voleva collaborare: non pensa di essere malato.
- E allora perchè è qui?
- Lo dice la moglie che è malato.
- La moglie? Ossia la DonnaConCuiConvivevi?
- Quello è il suo nome indiano. Sulla sua carta di identità c'è scritto "Stacey".
- Ti fidi più di lei che del paziente?
- Be sai, è avvocato: è molto convincente!
- Ma tu hai detto che tutti mentono!
- Già, ma ... era una bugia!

By Doctor House. Scusate, ma avevo bisogno di un po' di sano cinismo, sono in un periodo no...

mercoledì, maggio 30, 2007

Come Riki "rispolvernado tra le mie carte". Mi è stato detto che non è la mia prova migliore...
A voi:

"All’ improvviso capì che lui era li. Più che vederlo ne percepì la funesta presenza, sentì il consueto brivido scorrerle sulla pelle, frantumarle le ossa. Un odore acre la pervase, l’odore della paura, e un sapore secco e amaro le baciò le labbra, il sapore della violenza.
Prima ancora di voltarsi sapeva nettamente che avrebbe trovato il male dietro di lei.
Si girò con calma, lentamente per dargli l’occasione di assaporare il suo potere. Senza fretta, con la testa china avanzò verso di lui finché non fu tanto vicina da poter avvertire il suo respiro freddo sul collo. Si fermò e lo sentì sorridere. Così sapendo bene cosa stava facendo e scegliendo di farlo alzò il viso e il suo sguardo si scontrò con gli occhi di lui. Occhi freddi e gelidi come la morte ed animati non dalla vita ma dall’essenza stessa del male, occhi bianchi e piatti ma tanto profondi che lei vi si perse, annegando nella disperazione. Si sentì sospingere all’indietro e senza opporsi provò un acuto dolore al petto, come se il respiro di lui le avesse sottratto il calore dal corpo. La fitta si fece sempre più intensa, fino a percorrerle ogni nervo e a strapparla alla ragione. Poi percepì il vuoto premere contro il suo corpo e schiacciarla, sentì il silenzio inondarle la testa e assordarle le orecchie, pesante e terribile. Vide il buio mangiarle la vista, invaderle gli occhi esigendo la sua anima. Avvertì il tempo sgretolarsi dentro di lei e corroderle la mente.
E poi, il confortante nulla."

venerdì, maggio 18, 2007

Che giornata

18-05-07 ore 11-13, III C Dichiarazione di guerra. (non mia)
Non commento. Se qualcuno ha voglia di farlo... Ma attenti a quello che scrivete.
Solo: che sfiducia nel mondo.

mercoledì, maggio 16, 2007

titolo?

22 04 07
L’imprescindibilità del reale. Lo scorrere agnostico del tempo. Il rarefarsi delle idee dinnanzi al complesso frammentismo delle nostre scelte. L’inconsapevole affacciarsi sulla nostra esile vita di quel qualcosa che ci farà da nome. Il risuonare conturbante e seducente della litania della perversa parca che annuncia la fine dell’universo creatisi e modificatosi a misura delle nostre inutili passioni. Ora.
Ora che tutto sta per finire mi chiedo davvero a cosa sia servito tutto questo, se tutto questo peregrinare da un sentire all’altro, da un pensare all’altro, e, forse dallo sperare al temere, abbia avuto un senso per noi. Il passato è passato. È un disegno a carboncino sfumato e fuligginoso come il ricordo, è una fotografia ingrandita di un particolare immerso nell’eracliteo e inconsumabile scorrere del tempo, oppure un quadro appeso e incorniciato da rimirare nelle giornate uggiose. Ma è pur sempre qualcosa di finito e chiuso, una scatola nello sgabuzzino della nostra mente. Eppure ogni volta che ci serve qualcosa andiamo a riaprire quella scatola consunta. E nonostante questo il coperchio è pieno di polvere, il fondo marcio d’umidità.

lunedì, aprile 16, 2007

"I matti non hanno cuore o se ce l'hanno è sprecato"

Tra un sorso di caffè shekerato e un accidenti tirato a Gadda, mi chiedo come sia possibile a 19 anni aver perso la speranza nel futuro. Non parlo del futuro del mondo o dell'umanità. Niente globalizzazione, inquinamento, effetto serra, etc etc. Parlo del futuro individuale. Mi chiedo come sia possibile che mia madre, che di anni, capite bene, ne ha ben più di me, pensi ancora di poter cambiare le cose e creda in determinate cose che, diciamocelo tra noi, io non riesco neppure pensare essere possibili.
Io a 19 anni ho rinunciato a parte dei miei sogni perchè ho capito che sono irrealizzabili e nonstante quello che dice la gente, avere dei sogni irrealizzabili non fa particolarmente bene. Non so se essere contenta o no. Forse no.
Ho rinunciato a tentare di essere felice, perchè non penso esista quella cosa che ci affanniamo a rincorrere chiamata "felicità". Ultimamente mi dicevo che mi sarei accontentata di non soffrire, ma... Accidenti! Non vorrei accontentarmi e non mi accontento! Quindi sono bloccata, non ci riesco a sperare ma non vorrei farne a meno...
Io ho rinunciato ad una serie di cose pur di poter andare avanti, non mi piacciono queste rinunce ma è il meglio che possa fare... Grazie ad esse, e ad un attento lavoro su me stessa, ho superato il confine, non sono tornata in patria ma almeno sono in un paese di cui conosco la lingua. Tuttavia ho il costante terrore di tornare all'estero... E forse questa volta il mio passaporto è scaduto...
Ho fatto quel che ho pututo ma non è stato abbastanza: mi accorgo di aver capito molte cose importanti su gli altri e sul mondo ma soprattutto su me stessa. Ora so che quando non provo niente è peggio perchè mi sto difendendo da qualcosa di più grande di me ma che prima o poi le mie difese crolleranno, ora so che in determinati casi la tempesta è preannunciata da una sorta di terrificante "anestesia locale". Ma in questo caso Freud ha torto. Non basta affatto riconoscere di avere un problema e capire in cosa consiste per guarire. Io non ci riesco. Chiedo perdono ma nonostante tutto non riesco a guarire. Basta.
(pensieri sconclusionati... e, sì, il titolo non c'entra nulla)

domenica, marzo 25, 2007

Troppe Trasferte

Stiamo per partire... Di nuovo. Eravamo tornati, ed eravamo immortali, quanto torneremo lo saremo ancora? Mi ritrovo a pensare ad un anno fa e michiedo come siamo riusciti a sopravvivere. Perchè a volte le sorprese sono piacevoli e a volte no. Un anno fa le cose erano molto diverse da come sono adesso... Non necessariamente migliori solo diverse.

Non tutte le persone che amo e conosco oggi le conoscevo e amavo 365 giorni fa. Eppure mi sembra di aver p0erso qualcosa negli ultimi 12 mesi... qualcosa di improtante e che non tronerà mai puù... Sapete come quando una manciata di biglie cade giù da un dirupo. Nulla te le fa ritrovare. E ora ci apprestiamo ad un'altra montagna.
Non so forse sono solo io che sto impazzendo. O forse sono solo troppe trasferte.